Il dolore degl’iris

 Mi sia specchio l’amor-morto!
Non a tutti
son date le radici del salice.
 
Oblio, il dolore degl’ iris,
s’ubriachi d’incanto
chi non ha nostalgia del nulla
e si condanni al mondo:
l’in-finito mio tuo disvelarsi
deluso in un fiore.
 
Stralci di una vecchia logica bambina,
è morto e non lo sa
chi lavora a se stesso di nascosto!
 
E di pensiero in-pensiero
intrecciato di sole
scoprirsi nei damaschi d’azzurro
e sommesso silenzio
d’un cimitero di lucciole.
 
Qui Dio si teme
senza saper che deve.
 
 
 
(Ded. ad Erythros)