Zarathustra, un collage.

“Ecco, non c’è sopra nè‚ sotto! Slànciati e
vola: in giro, in avanti, all’indietro, tu che sei lieve! Canta!
non parlare più! – non sono le parole, tutte, fatte per i grevi? Non
mentono tutte le parole per chi è lieve! Canta! non parlare più!”

[…]

Ma quando la danza ebbe termine e le fanciulle se ne furono andate, diventò
triste. “Il sole è sotto da un pezzo, disse infine; il prato è umido,
dalle foreste viene il freddo. Qualcosa di ignoto mi avvolge e
guarda pensoso a me. Come! Tu vivi ancora, Zarathustra?
Perché? Per chi? Con che? A che? Dove? Come? Non è follia,
vivere ancora? – Ahimè, amici, è la sera che mi mette in bocca
queste domande. Perdonatemi la mia tristezza! Si è fatta sera:
perdonatemi che si sia fatta sera!”

 

 

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