Appunti per un monologo.

[…]
Poche parole, mia Inestimabile,
meritano la carta.
Chi sa se queste,
le precedenti… No!
L’azione è aborto, se non s’ammanta d’oblio!
(Potresti nascondermi la Terra, tu.)

Ma l’umano mi si fa sempre più estraneo,
mio Ridere Incurante:
così poca cosa sono,
e per di più ritratta in sé,
che sparisco nel vivereuclideo.
Lo stesso mio parlarmi-stesso
è noia circense.

E mi consolo: le idee non durano otto ore e
si ostinano al collo
di chi ne ha uno.
Ma nessuna delle mie manie
esce dal tempo,
misero lacchè di questa vita.

Qual noiosa, noiosa operetta mi vado cantando!
Le idee son limitate e non posso averle tutte.

Occorre che tu impari a morire, mia Cara
e che porti con te la mia voce.
Sono stanco di essermi.
Mi farò dotto lacrimale,
ma come potrei parlarti
due volte con la stessa lingua?
Ogni parola nasce cadavere
e tu sei sentire distillato!

[…]

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